Sodachi Oikura

Traduzione della storia breve scritta da Nisioisin e contenuta in un opuscolo presentato all’evento teatrale di Zoku Owarimonogatari a Novembre del 2018. Un monologo scritto dal punto di vista di Sodachi Oikura.


Capitolo 000

Odio gli specchi. Ogni volta che ne vedo uno, voglio prendere un martello e farlo a pezzi senza pietà. Specchi a tre lati, con una custodia rigida, a figura intera, case di specchi, endoscopi: il mio cuore si contorce a causa del mio desiderio di romperli. Vorrei smontare una fotocamera con obiettivo singolo, distruggere lo specchio ottico e ricostruirla come una camera senza lenti. Ma la ragione per la quale non assecondo il mio volere non è perché non porto con me un martello (beh… è così, in un certo senso); è perché se rompi uno specchio, tutto ciò che fai è moltiplicarlo in tanti piccoli pezzi. Proprio come l’odio. Qualche tempo fa, in realtà, ho provato a testare il mio livello di odio per gli specchi; Ho usato i pezzi di uno specchio che avevo distrutto per formare un caleidoscopio. Guardarci dentro fu semplicemente orribile. Come provare la peggior sensazione di odio. Gli specchi rotti si riflettevano l’un l’altro in un inferno infinito e senza tempo. Ecco perché, se vuoi distruggere uno specchio, non devi romperlo, ma strapparlo via. Devi staccarlo dall’altro strato che riveste il vetro, grattando, graffiando, graffiando. Graffiare, graffiare, graffiare. Se lo fai, diventerà meravigliosamente trasparente e chiaro. L’altro lato è quello importante, ed è cio che disprezzo. Odio gli specchi. Odio gli altri lati.

Tuttavia, come un piccolo genio della matematica, è mio dovere dimostrare perché odio così tanto gli specchi, fin dentro ai loro lati nascosti. Certo, il motivo è evidente: è perché gli specchi mi riflettono. Perché quando ne guardo uno, vedo me stessa. Perché i miei occhi si incrociano. Quando guardo dentro un caleidoscopio, un numero infinito di me ricambia lo sguardo, fissando le mie ferite. Pure in quei attimi miracolosi in cui penso che il mio riflesso sia carino. Più tempo passo a guardarmi, più la mia mente viene erosa, graffiata dall’altro lato. Graffiare, graffiare, graffiare. Dicono che i riflessi delle persone risultino belli per loro stessi, ma contrariamente, ciò significa che dalla prospettiva opposta io non abbia un bell’aspetto. Sembro un mostro orribile che dovrebbe essere eliminato. Quindi devo uccidere il mio riflesso prima che lui possa fare altrettanto con me. Se non lo distruggo prima io, mi ucciderà dall’interno, dall’altro lato dello specchio. Sarò mostrata per quello che sono veramente. Perciò, odio gli specchi. Fine della dimostrazione.

Pertanto, mi odio.

Anche così, amo me stessa più di Araragi.

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