Hanamonogatari Rouka God

Traduzione a cura di @IlFavolosoTarlo
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Accennato in Hanamonogatari, Rouka God parla di come Kaiki e Numachi si sono conosciuti e hanno iniziato a collaborare. Il racconto è narrato dal punto di vista di Kaiki ed è stato pubblicato su Monogatari Series Heroine Book #6: Kanbaru Suruga.


La ragione per cui decisi di epurare il Dio della Palude, come tutti voi avrete intuito, fu che stava interferendo con le mie sane e salutari iniziative commerciali. Che dio spregevole, distruggere senza pensarci due volte tutto il duro lavoro sincero e fedele che avevo umilmente fatto in buona coscienza nel corso degli anni come membro produttivo della società. Quindi non avevo altra scelta che impegnarmi proattivamente in alcune misure difensive contro il Dio Palude per proteggere i miei diritti. Naturalmente quella sincerità e fede erano nel denaro e i diritti che stavo proteggendo erano i miei diritti all’inganno. E sempre naturalmente niente di tutto questo è stato fatto sulla mia inesistente buona coscienza. Anche se nulla di tutto ciò cambia il fatto che queste affermazioni sulla mia buona coscienza rientrino perfettamente nei miei diritti sinceri e fedeli.

Ma no, anche se non fosse così, anche se fossero solo una delle bugie nella mia rete di menzogne, non ci guadagnerei e non ci perderei nulla con la completa scomparsa dei miei incantesimi, diffusi con energia in una tempesta di voci di corridoio.

“Non preoccuparti”, “Lascia perdere”, “Fai finta di non saperne niente”, “Quel che sarà sarà”, “Dimenticatene”, “Non è che stai per morire o qualcosa del genere”.

…il Dio della Palude aveva usato queste parole per rendere inutile il mio fascino sugli altri, quindi avevo un motivo per cui cercarla.

“Ehilà, Kaiki.”

Il Dio della Palude disse mentre mi dava il benvenuto. Sorprendentemente, anche se non si poteva dire che fosse molto seria, la persona venerata come una divinità e che faceva il bagno nell’adorazione di tutti gli studenti delle scuole medie della zona non era che una ragazza con i capelli schiariti in castano, con indosso dei pantaloni da tuta. I suoi capelli decolorati sembravano più un modo per tormentare il suo corpo piuttosto che una decisione consapevole della moda sul suo aspetto.

“Come fai a sapere il mio nome? Non ricordo di aver conosciuto nessuna ragazzaccia come te”.

“Ahahah, guarda che ho avuto molte chiacchierate con i ragazzi che hai accalappiato, Kaiki Deishuu. ‘Kai’ come un mucchio di conchiglie e ‘ki’ come un albero morto. Deishuu come ‘dorobune’, una barca bloccata nel fango. Ho sempre pensato che stessero solo esagerando quando dicevano che eri come se alla sfortuna fossero cresciute un paio di braccia e gambe, e invece mi sembra piuttosto azzeccato.”

Disse il Dio della Palude con una risatina, prendendo un pacchetto di gomme dalle tasche dei pantaloni della tuta. Poi, sempre con quel sorriso frivolo sulla faccia ma con un tono tagliente, disse, senza fare un minimo di esitazione:

“Devi essere un adulto piuttosto orribile, per ingannare i bambini in quei modi.”

“Quello che stiamo facendo è praticamente lo stesso. Anche se, a differenza di me, tu potresti dire che stai ingannando gente un po’ più grande, ma solo un idiota cadrebbe nei tuoi trucchi.”

“Sto solo provando cose a caso per vedere cosa funziona, mi sto ancora perfezionando, sai? Non sono cresciuta ingannando la gente o facendomi ingannare io stessa, quindi sono ancora una principiante. So che tu sei un professionista e tutto il resto, quindi dammi tregua se non sono ancora esattamente un maestro della truffa. Sono dispiaciuta, se il mio piccolo gioco da ragazzina sta ostacolando il tuo piano truffaldino. Lo sono davvero.”

Non ho mai sentito parole meno sincere. E questo viene da qualcuno senza un granello di coscienza. Per un capriccio o forse perché mi stavo un po’ irritando, decisi di adulare un po’ la ragazza.

“Non essere così umile, in realtà non sei male. Sei persino riuscita ad eliminare tutte le voci che ho sparso in giro. Ho imparato una cosa o due che potrei usare in futuro.”

L’avevo detto per capriccio per farle credere che mi stessi davvero complimentando con lei, ma in realtà potrebbe davvero non essere una cattiva idea. Il repertorio di un truffatore cresce solo incorporando nuove idee dai giovani, anche se credo che quelle di un bambino delle elementari sarebbero un po’ troppo puerili.

“Non sono delle elementari. In realtà mi sono diplomata dalle medie un po’ di tempo fa.”

“Ah sì? Voi ragazzi sembrate tutti uguali quando si arriva alla mia età.”

“Molte persone mi dicono che sono difficile da avvicinare perché mi comporto come un adulto.”

“Penso che questo significhi solo che non piaci alla gente. Conosco qualcuno abbastanza simile.”

“Mmh… Qualcuno così, eh? Come ti pare.”

Il Dio della Palude tirò fuori cinque pezzi di gomma dal pacchetto con cui stava giocando in mano, tutti in una volta, e se li mise in bocca. I ragazzi d’oggi non conoscono le buone maniere, ma immagino che masticare gomme sia il suo modo di coinvolgersi.

“Ne vuoi una?”

“Non mi piacciono le caramelle. Sono un adulto. Una persona cresciuta. L’unica cosa che vogliono gli adulti sono i soldi, o le promesse. Starò bene se mi prometti di non intrometterti più nei miei affari.”

“Certo. Ho capito. Non ti ostacolerò più.”

All’apparenza me l’ha promesso con immediata disponibilità, ma come professionista nel raccontare bugie non ho mai visto una bugia più evidente. Era più come se fosse venuta a chiedermi di mantenere lo status quo tra noi, con il proseguire delle cose.

Che altro potrebbe essere.

Dal mio punto di vista, la stupida “consulenza di vita” del Dio della Palude sta iniziando ad essere un vero problema per i miei affari. Ma dal suo punto di vista, l’adorabile trucchetto che ho diffuso in giro come la peste è l’unica ragione per cui lei può ancora andare in giro a fare la sua collezione di disgrazie.

I nostri obiettivi sono completamente diversi.

Come si dice, il dottore è in affari solo perché la gente si ammala. Anche se l’unico modo in cui il Dio della Palude può curare i suoi pazienti è con l’effetto placebo.

“Purtroppo sembra che le trattative si siano interrotte. La mia unica opzione ora è quella di schiacciarti così spietatamente che non sarai mai più in grado di fare affari qui.”

“Non sei molto maturo per essere un adulto, eh?”

Non ha fatto un passo indietro di fronte alla mia minaccia. Suppongo che questo sia ciò che intendono per “piegarsi ma non spezzarsi mai”. O forse lei pensa che non sono serio. Se così fosse, sarebbe corretto. Davvero, nemmeno io ho idea di quando sono serio. Forse non lo sono mai.

“Non c’è bisogno di essere così sfacciati, Kaiki Deishuu. Vuoi provare la mia ‘consulenza di vita’? Vedi com’è il buttare tutti i tuoi problemi nella mia profonda palude.”

“Gettare i miei problemi nella tua profonda palude? Stai cercando di comportarti come un fantasma?”

“‘Via dalla mia palude!’, credo di essere più simile a un mostro della palude. Deishuu, come una barca bloccata nel fango… fango e palude. Palude fangosa, palude fangosa.”

[Nota: sta imitando un Dorotabō, un mostro di fango nel folklore giapponese e molto territoriale. La battuta si rifà al nome di Kaiki, Deishuu, e al cognome di Rouka, ovvero Numachi (palude).]

Il Dio della Palude rideva della sua stessa battuta incomprensibile. Sembrava davvero che fosse ancora alle elementari quando rideva. Ha detto che si è già diplomata dalle scuole medie? Ora che ci penso, ha l’aspetto di una liceale… In realtà, no, non è così. Non ho motivo di darle il beneficio del dubbio, ma anche avendolo, al massimo ha il comportamento di una ragazzina delle medie. Suppongo che l’aspetto non conti molto.

“Non importa cosa tu butti via, non posso darti un’ascia d’oro o un’ascia d’argento. Non sono tagliata per essere una dea. Sono solo un dio della palude.”

[Nota: si riferisce a una fiaba di Esopo chiamata “L’onesto boscaiolo”, dove un uomo getta la sua ascia d’argento nel fiume e il dio Hermes gli presenta un’ascia d’argento e un’ascia d’oro chiedendogli quale fosse la sua. Con questo Rouka intende che non può dare nulla di concreto a Kaiki, e allo stesso tempo ironizza sulla disonestà dell’uomo.]

“Ti stai offrendo di prendere la mia sfortuna, allora?”

Il Dio della Palude ascolta i racconti delle persone sulle loro disgrazie, per poi portarsele via in tranquillità. Non accetta alcun compenso in cambio, cosa che non mi trova particolarmente d’accordo, ma per farla breve, la sfortuna stessa è ciò che prende come compenso. O così dice la storia.

“Interessante.”

Dissi, perché in realtà non era affatto interessante.

“Va bene, allora ascoltami. In questo momento ho qualcosa in mente che mi preoccupa molto. Mi tiene sveglio tutta la notte e mi rende infelice. Fino a qualche tempo fa uscivo con una ragazza del liceo, ma lei ha scoperto che lo facevo solo per i soldi e da allora sono in fuga. Sto impazzendo a guardarmi le spalle tutto il giorno pensando che lei verrà a pugnalarmi o qualcosa del genere, ed è per questo che ho iniziato a fare tutte queste brutte cose che non avrei mai voluto fare. Mi toglie la tensione, sai. Cosa pensi che dovrei fare?”

Avevo appena inventato quella storia su due piedi e mi resi conto di quanto fosse irrealistica la situazione per cui stavo chiedendo consiglio. Ma il Dio della Palude non prestò attenzione alla mia bugia dolorosamente ovvia.

“Non preoccuparti.”

Disse.

“Lascia perdere, fai finta di non saperne nulla, quel che sarà sarà, dimenticatene, non è che stai per morire o qualcosa del genere. Capito?”

“…Sono sicuro che questo è quello che dici a tutti, ma in realtà lei mi ha detto che mi ucciderà, sai?

Speravo di mettere un po’ di pressione al Dio della Palude con una richiesta seria, qualcosa che un ragazzino non poteva semplicemente spazzare via con qualche parola intelligente. E così ho detto una bugia dopo l’altra.

“Anche se me ne dimentico, non mi lascerà mai libero per il resto della sua vita”.

“Non proprio, non sei poi così importante per lei. Hai ragione, ora potrebbe davvero volerti uccidere, ma alla fine arriverà qualche bravo ragazzo a curare le ferite che le hai procurato.”

“…”

“Non è nemmeno così ferita come pensi. Sarai un ricordo del passato in men che non si dica. Quindi, non preoccuparti.”

Non aveva alcuna prova di quello che stava dicendo. Tutto quello che stava facendo era seguire il suo solito piano, era ovvio. Era certamente una principiante inesperta e non esattamente molto eloquente nei suoi discorsi, ma stava comunque portando avanti una bella truffa. Prima la stavo solo adulando, ma questa ragazzina potrebbe probabilmente ingannare anche la maggior parte degli adulti.

Ma non io, ovviamente.

Dubito che ci sia davvero qualche “bravo ragazzo” là fuori che farebbe buona coppia con lei, e “lei” non esiste nemmeno in primo luogo. Lei non esiste.

Detto questo, avendo visto le sue tecniche, non potevo andarmene senza mostrarle nulla in cambio. Posso amare il denaro, ma non mi piace essere in debito.

“Dio della palude”. Visto che siamo entrambi qui, perché non ti mostro alcune delle mie tecniche?”

“No grazie, sto bene così. Non mi interessa nessun incantesimo.”

“Essù, non deve essere subito. Stavo pensando che potremmo avere una lunga strada da percorrere insieme in futuro.”

“Sono contenta che la pensi così, spero che entrambi continueremo al meglio. Allora, cosa hai intenzione di fare?”

“Tranquilla, non è niente di pericoloso. Stavo solo pensando di presentarti un cliente che penso tu possa aiutare tra non molto tempo. Trovo che tu abbia molto potenziale, tutto qui.”

“Un cliente? Vuoi stabilire un accordo di baratto con me o qualcosa del genere?”

Non dissi nulla in risposta alla domanda del Dio della Palude.

E al posto della risposta dissi:

“È davvero qualcosa che dovrei fare, ma mi stanco presto delle cose e non sono proprio tagliato per le collezioni. Quindi lascio a te il lavoro, mi affido a te.”

“Dio della palude, un giorno tutta la sfortuna che è rimasta sul tuo fondo si accumulerà al punto da apparire in superficie. E incontrerai degli amici di cui ti eri dimenticata. Questa è la lezione che dovresti imparare incontrandomi. Quindi, quando arriverà quel momento…”

Assicurati di non dimenticartene.

Il Dio della Palude aveva uno sguardo sospettoso sul volto. Probabilmente si stava preparando a non essere ingannata, ma in realtà era uno sforzo completamente inutile.

Si era già ingannata da sola, pensando che la sua vita non fosse piena di sfortuna.

Accogliendo le disgrazie degli altri.

Non ho dovuto fare nulla per ingannarla.

Senza contare che non ho il dovere di aprirle gli occhi. Ma poiché un giorno dovrò assumermi questo dovere…

Dio della palude.

Lascia che ti dia un diavolo.

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