bakemonogatari suruga

Traduzione a cura di @IlFavolosoTarlo
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Breve storia scritta dal punto di vista di Kanbaru e pubblicata sul quotidiano giapponese Yomiuri Shinbun, successivamente raccolta nell’edizione Blu-ray di Onimonogatari.

In ogni racconto di questo “Yomiuri Monogatari” due personaggi della saga discutono su di un libro famoso, usandone il contenuto come spunto per affrontare temi riguardanti le filosofie di vita.

Questa serie di racconti non ha cronologie precise, ma con “Suruga Palace” rientriamo nel periodo di tempo tra Suruga Monkey e Nadeko Snake (quando Kanbaru e Senjougahara riallacciano i rapporti), perciò prendete Bakemonogatari (inizio Nadeko Snake) come serie di riferimento.


Qui Kanbaru Suruga, e mi sono letta “Il mistero della casa rossa” di A. A. Milne. Quando si parla di Milne, l’autore è, senza bisogno di dirlo, famoso soprattutto per essere lo scrittore che ha creato Winnie the Pooh, ma apparentemente l’unico romanzo del mistero che abbia mai fatto è stato questo libro, Il mistero della casa rossa. Ecco perché l’ho letto. Pensavo: “Come? Il tizio che ha scritto Winnie the Pooh ha scritto anche un romanzo giallo? Voglio leggerlo!” Ci sono probabilmente persone che mi direbbero di non essere una vera apprezzatrice di letteratura se vedessero questo mio tipo di motivazioni, ma non apprezzo particolarmente che le mie abitudini alimentari, come quando scelgo un nuovo libro da divorare, siano criticate da altre persone.

“Sono sicura che hanno ragione, però anche io sono piuttosto onnivora nella scelta dei libri. Kanbaru, il modo in cui configuri la tua biblioteca è quello che si può definire una tua prerogativa, ma una selezione così eccentrica non è qualcosa che posso approvare facilmente. Il Mistero della Casa Rossa?”

Per la precisione, no, non l’ho ancora letto – continuò Senjougahara mentre sembrava ripercorrere all’indietro i suoi ricordi. È una persona che può sembrare un dio, non importa quale posa assuma – sono invidiosa.

“Ma, beh, penso che potrei aver sentito la trama da qualche parte. Ah, oh no! Se ricordassi qualcosa di più potrei ricordare anche il colpo di scena principale.”

Sembra che a un certo punto abbia sentito da qualche parte la trama della storia fino a un punto cruciale. Suppongo che questo sia il destino dei vecchi classici. Diciamo che è difficile evitare gli spoiler di questi tempi.

“D’altra parte, non ho idea della trama di Winnie the Pooh. Fammi vedere… era qualcosa come ‘Pooh è in realtà una bambola?'”

“Questa era la premessa fin dall’inizio, Senjougahara.”

“Oh, è così.”

La sua gamma di espressioni era diventata molto più ampia negli ultimi tempi, e ora c’erano alcune facce che mostrava solo a me, ma si comportava ancora come se fosse dispiaciuta quando qualcuno faceva notare i suoi errori. Questa era una cosa che non era cambiata in Senjougahara fin dalle scuole medie.

“Mi chiedo quale sia venuto prima.”

“Mmh?”

“Mi chiedo se Milne abbia scritto prima Il mistero della casa rossa o Winnie the Pooh.”

“Penso che Winnie the Pooh sia venuto dopo.”

“Mmh, effettivamente ho sempre avuto l’impressione che Il mistero della casa rossa fosse venuto prima… Ah, non è mia intenzione dire che non sia riuscito a sfondare scrivendo romanzi gialli per poi passare ai libri per bambini.”

“Non so molto di Milne, ma a quanto pare era il tipo di autore a cui non piaceva scrivere le cose che la gente voleva.”

Suppongo che possa essere una impressione personale dovuta al mio carattere, ma anche non tenendo conto della mia naturale tendenza ad essere un po’ maleducata, la prefazione de Il mistero della casa rossa dava certamente quell’impressione.

“All’inizio si fece un nome come drammaturgo umoristico, ma quando la gente cominciò a pretendere che scrivesse sempre questo tipo di opere, cominciò a scrivere romanzi gialli, e quando questi cominciarono a diventare popolari (cioè quando la gente cominciò a volere che li scrivesse), cominciò a scrivere Winnie the Pooh.”

“Si potrebbe dire che era il tipo di autore che non voleva essere bloccato da un’etichetta specifica, ma posso anche capire la sensazione, come umano, di non voler fare qualcosa solo perché qualcun altro lo vuole.”

Un po’ del carattere di Senjougahara da prima della sua rinascita stava tornando, e si poteva semplicemente prenderlo come una sorta di simpatica umanità nel sentire una ragazza del liceo dire qualcosa del genere. Ma ci sarebbe un bel po’ di gente turbata se un autore popolare dicesse quel tipo di frase (soprattutto l’editore).

“Tra tutte le persone nell’industria della scrittura, ci sarà un certo numero di autori che non può lavorare sotto le richieste di qualcun altro. Si potrebbe dire che siano definibili artisti proprio per questo motivo.”

È una situazione abbastanza complessa. Se si lascia che un genio si scateni, non produrrebbe un’opera molto divertente, quindi alla fine sono necessarie alcune restrizioni; però secondo la mia opinione personale come individuo non dotato di genio artistico, cercare di imporre un controllo puro, invece di restrizioni, sulla natura innata di un artista non gli permetterebbe di creare nulla che si possa chiamare “intrattenimento”. Si finirebbe solo con qualcosa di completamente ridicolo. Nella sua prefazione, Milne scrisse: “Potrei essere orgoglioso anche di un banale e insipido elenco telefonico se lo scrivessi con passione, ma troverei contrario alla mia coscienza scrivere una raffinata tragedia in blank verse se lo facessi sotto il comando di qualcun altro”. Io sono il tipo di persona a cui piace obbedire ai comandi di coloro che rispetto, quindi ad essere sincera non capisco molto bene questo tipo di senso artistico. Direi che soddisfare le aspettative della gente è la gioia più grande, ma se fossi stata Milne, il famoso Winnie the Pooh non sarebbe mai stato scritto… È anche vero che, cancellando Winnie the Poo, altri capolavori della narrativa gialla avrebbero potuto succedere a Il mistero della casa rossa, quindi direi che non importa come sia andata a finire, sarebbe semplicemente una questione di gusti.

“Ma alla fine, non credi che ci sia un bell’equilibrio? La lotta degli editori e lettori che vogliono far scrivere quello che piace a loro, mentre dall’altro lato ci sono gli scrittori ribelli. E sai una cosa, quello che preoccupa di più gli autori è quando la gente chiede loro di scrivere come vogliono.”

“Posso capirlo… più o meno.”

Anche al di fuori del basket, non è così interessante se non abbiamo quel pizzico di strategia per quando la gente ci dice di fare qualcosa. Detto questo, se un autore continuasse a scrivere quello che vogliono i lettori, non c’è garanzia che i lettori rispondano sempre come vuole l’autore. Sentirsi dire di fare quello che si vuole può essere abbastanza allarmante, ma questo non significa certo che fare quello che qualcun altro vuole sia allora più facile.

“Alla fine il risultato più felice sarebbe che gli autori scrivessero quello che vogliono e i lettori leggessero quello che vogliono, ma… Aspetta. Mi chiedo se questo sarebbe solo un modo per approvare il tuo stile selvaggio di scegliere i libri.”

Sarebbe piuttosto preoccupante. – continuò Senjougahara.

“Ora che mi ci fai pensare”, aggiunse battendo le mani.

“Ho avuto una conversazione del genere con Araragi qualche tempo fa. Qualcosa su come leggiamo i libri. Oh, quale stolto si è palesato essere Araragi! Sai cosa ha detto?”

Ero un po’ infastidita nel vedere la mia senpai che rispettavo così tanto parlare come il personaggio di un teledramma, ma dato che mi ero interessata, la ascoltai stando al gioco.

“Ha detto: ‘Al giorno d’oggi, direi che anche solo leggere libri di carta è già buono, e sono sicuro che ogni autore sarebbe felice di vedere questo.’ E, beh, ha ragione.”

Ecco, ecco! E rendermi conto di essere lodata da Araragi non era una cosa che succedeva spesso! Ero così felice che per un momento ho perso l’autocontrollo, e, con tutte le mie emozioni che si riversavano in una volta sola, ho detto:

“…Quanto è figo Araragi.”

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